sabato 24 gennaio 2015

Sono nata su una barca. La storia di Kleri, anche per capire il voto di oggi .(Giulia Siviero su IL POST)

Sono nata su una barca

«Ora devo andare. C’è Tsipras che parla in piazza per la chiusura della campagna, ci sono i comunisti vostri, pure gli spagnoli. C’è tutta una festa, qui». Kleri l’ho conosciuta un paio di settimane fa, eravamo sedute una accanto all’altra nel ristorante più vecchio di Atene, che a vederlo, però, non sembrava così vecchio. Si trova a Monastiraki, il quartiere del mercatino delle pulci, della cattedrale piccola, di quella più grande e della moschea.
Kleri è greca, ha tantissimi capelli rossi e ricci, parla bene italiano e chiama suo marito, che è italiano, Angelino. È nata nel 1944, quando iniziarono gli sbarchi degli alleati e quando il Fronte di liberazione nazionale (EAM) e la sua organizzazione militare (l’Esercito popolare di liberazione nazionale, ELAS), avevano già ripreso il controllo di vaste zone del paese contro i bulgari e i tedeschi che avevano istituito un governo collaborazionista. Giovanni, il padre di Kleri, era un ingegnere ed era anche un partigiano dell’ELAS:
«Un amico lo avvertì che sotto il platano della piazza di Sotiros sull’isola di Thasos avevano preparato una forca per lui. La notte scese al mare con mia madre e mia sorella Maria, che aveva due anni, e prese una barca a motore. Il tempo era brutto. Arrivarono al Monte Athos, ma i monaci non li fecero salire perché c’era una donna, mia madre che aveva me nella pancia. Risalirono ancora un po’ la penisola Calcidica. Tra il monte Athos e Ierissos sono nata io. Sono nata su una barca».

articolo completo
http://www.ilpost.it/giuliasiviero/2015/01/24/kleri-grecia-tsipras/

Giulia Siviero
Giulia Siviero
Per ogni donna che lavora ci vorrebbe una moglie. Sono femminista, scrivo per il manifesto e lavoro al Post. Su Twitter sono @glsiviero.

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